Esito del Progetto Interreg
Cari Soci,
Nel tardo autunno appena trascorso abbiamo ricevuto l'esito della nostra partecipazione al progetto interreg di cui vi riferimmo a suo tempo. In sintesi, con i nostri limitati mezzi, spendendo volentieri i nostri soldi per telefonate, viaggi e quant'altro, siamo riusciti in una piccola, ma per noi grande, impresa: abbiamo creato un work team tra GDS, CAI di Zoldo, CAI di Forni Avoltri, CAI Friuli Venezia Giulia e l'Österreicher Alpenverein dell'Obergailtal. Lavorando duramente per molti mesi, abbiamo scritto e proposto un progetto su un nuovo turismo culturale in Dolomiti o, per dirla meglio, una nuova opportunità contro lo spopolamento delle terre alte. Come ben sa chi ci segue, non perdiamo occasione per promuovere la scienza nelle e delle Dolomiti e ci impegniamo affinché i tesori scientifici della nostra terra siano conosciuti e fruibili al pubblico, cercando di non dimenticare le condizioni di disagio di chi abita queste splendide montagne. Da qui l'idea di fondo per questa collaborazione.
A dare ulteriore spinta al nostro lavoro era la natura stessa del bando progettuale Interreg Italia-Austria, promosso dalla Regione Veneto, basato sul concetto "people to people": "Questo bando è fatto per la gente comune impegnata in associazioni culturali, non il solito bando" – ci assicurò l'ufficio competente. Quale occasione migliore per il GDS per promuovere una nuova iniziativa anche se, ci teniamo a sottolinearlo, nulla dell'eventuale contributo sarebbe entrato nelle casse del Gruppo, ma tutto sarebbe andato al solo sostenimento delle spese progettuali.
Consapevoli che sicuramente il progetto aveva delle lacune, perché nessuno di noi ha un'esperienza pregressa o ha mai lavorato per un ufficio progetti, avevamo comunque fiducia nell'esito delle graduatorie, in virtù del nostro essere "gente comune", non i "soliti"...
Arriva il giorno delle pubblicazioni e scopriamo di non essere beneficiari del finanziamento a causa di uno score a noi sfavorevole: tra i partecipanti del Veneto risultiamo settimi, il finanziamento va ai primi cinque. Ovviamente nulla possiamo eccepire riguardo questa classifica; ma lasciateci esprimere lo stupore da noi provato leggendo nelle prime posizioni nomi come "Azienda ULSS" o "Provincia". Non vogliamo assolutamente mettere in dubbio la certa bontà dei progetti finanziati, redatti sicuramente da persone qualificate e dedite allo scopo, ma allora il criterio di "gente comune" come entra nella valutazione? Forse era il caso di precisare cosa si intendeva; prendiamo ora atto che le persone comuni sono i soliti colossi, ergo noi siamo ad un livello inferiore.
Magra consolazione convincerci che il nostro progetto fosse meritevole; ci resta il rammarico di aver fatto un solo grande errore: aver creduto fino in fondo di essere gente comune e, proprio per questo, di poter avere una concreta possibilità.
Come dicevamo, ci sentiamo dolomitici perché qui siamo nati e qui vogliamo rimanere, perché vogliamo impegnarci per dare nuova linfa vitale al nostro territorio, ma spesso ci chiediamo chi ce lo fa fare e vorremmo mollare tutto. Non desistiamo perché, in fondo, crediamo nelle favole a lieto fine. Speriamo che anche la favola delle Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO finisca bene; non per noi, ma per tutti i bellunesi e per questa terra che ha sempre dato più di quanto le abbiano restituito. Ci riserviamo qualche dubbio a riguardo, dato che spesso i nostri amministratori dicono che le idee per lo sviluppo del territorio sono molte, ma mancano le persone disponibili a realizzarle, mancano "i canali". Allora perché nessuno ci ha appoggiato dopo aver sentito la nostra proposta, invece di sbatterci la porta in faccia?
Il Consiglio Direttivo GDS